“E’ da un po’ che mi chiedo cosa stia succedendo a Rovereto” scrive Giuseppe Parolari sul Trentino di sabato 7 novembre.
In punta di piedi, ponendosi come osservatore esterno, parla di una città che mostra segnali di stanchezza e di crisi profonda. Una città sfibrata, che assiste alla lenta chiusura di negozi storici, dove la qualità dell’offerta va gradualmente appiattendosi, con un nucleo centrale vocato al passeggio sempre più ridotto, una città che diventa periferia di sé stessa.
Ciò che colpisce, prosegue Parolari, è la mancanza di entusiasmo, il senso di rassegnazione che l’urbe esprime in questo momento, quasi il disinteresse ad essere protagonista del proprio destino.
Leggere un simil commento, specialmente a chi vive la città quotidianamente, non può certo far piacere e certamente sono dell’avviso che in città siano presenti stimoli molto significativi come anche un tessuto sociale molto attivo e molto partecipe.
Tuttavia, questa sensazione descritta un certo fondo di verità la racchiude. Il momento non è dei più floridi e tale condizione non riguarda certo solo Rovereto ma anche molte altre città. Trento non ne è esente, a mio avviso e neppure Verona se parliamo di continua alternanza di offerta commerciale, di negozi mordi e fuggi e di appiattimento dell’offerta. L’analisi è molto articolata e riguarda soprattutto la capacità media di acquisto delle famiglie e la sopravvivenza dei mercati di nicchia.
Continua la lettura di Rovereto non è una periferia →